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La lettera consegnata da A.C.V. al Santo Padre

Ecco il testo della lettera consegnata al Santo Padre in occasione dell’udienza del 20 gennaio 2010:

 A Sua Santità
papa Benedetto XVI

 

Santità,

siamo un gruppo di cattolici, laici e consacrati, che abbiamo deciso di vivere, in totale obbedienza alla Chiesa Cattolica, non nutrendoci di animali, nè di prodotti derivati dalla loro uccisione, secondo quanto Dio comandò all’Uomo in Genesi 1,29.
All’inizio della Creazione infatti Dio aveva concepito l’Uomo vegetariano, ponendolo a custode del giardino del’Eden. Anche se con il peccato originale questo progetto bellissimo si infranse, nel cuore di ogni uomo, magari anche solo nell’angolo più remoto, è rimasto un po’ di quell’Amore universale che ispirò l’Opera di Dio
Dio ci dette gli animali come fidi servitori e collaboratori sicuramente a noi sottoposti, ma non certo per essere uccisi o maltrattati.
Il nostro amore per tutto il Creato e per tutte le creature vuole essere immagine e somiglianza dell’Amore del Creatore per le sue creature, che è l’amore di ogni padre verso i suoi figli.
E’ per questo che noi ripudiamo qualsiasi violenza nei confronti degli esseri a noi sottoposti, inferiori – è vero- ma pur sempre animati dal soffio divino, rinunciando dunque alle carni e al pesce nella nostra alimentazione, anche sull’esempio di molti grandi santi e padri della Chiesa, come S. Francesco di Paola, Santa Teresa D’Avila, San Filippo Neri, San Girolamo e molti altri.
Siamo consapevoli che diverse pagine sia del Nuovo che del Vecchio Testamento invitano a cibarsi di animali, ma riteniamo che con le odierne tecnologie, non solo non sia più necessario
uccidere per sfamarsi, ma un’alimentazione ricca di carne è addirittura dannosa per l’equilibrio del pianeta: gli allevamenti intensivi infatti consumano gran parte dei prodotti della agricoltura, contribuendo inoltre in maniera spaventosa alla deforestazione e al surriscaldamento del pianeta, e provocando danni enormi a tutto l’ecosistema, incrementando inoltre la fame nel mondo, in quanto se i prodotti dell’agricoltura che vengono usati per preparare i mangimi per gli animali degli allevamenti intensivi fossero invece utilizzati per l’alimentazione umana, il problema della fame verrebbe drasticamente ridotto. E’ proprio su questa tematica che ci riallacciamo al Suo appello per la salvaguardia del Creato, da Lei proposto in occasione della giornata mondiale per la pace, e che abbiamo molto apprezzato e gradito. Proprio a riguardo della pace mondiale, riteniamo che essa non ci sarà mai finché l’Uomo non riuscirà ad istaurare un clima di pace e di benevolenza non solo con i suoi simili, ma anche con tutto il Creato.

Roma 20/01/2010